Si tratta di un progetto che si salda a sua volta ad una serie di attività di tutela e di ricerca sviluppatasi in precedenza, nell'arco di molti anni. La mostra di Porto Santo Stefano, che pure si apre con un celeberrimo rinvenimento storico quale quello dei quattro busti bronzei di poeti nel mare della Meloria ( ed altri ne ricorda in via documentaria, dall'Apollo di Piombino al cratere della Gorgona, oggi conservati il primo al Louvre ed il secondo nei Musei Vaticani), è infatti soprattutto l'occasione per operare in concreto e pubblico bilancio di quanto la Soprintendenza Archeologica della Toscana ha fatto nel campo dell'archeologia subacquea operando in modo più o meno diretto, a seconda delle circostanze e delle possibilità, a partire dagli ormai lontani anni '50 ad oggi. Alla latitudine cronologica si aggiunge uno spettro altrettanto ampio nella tipologia dei rinvenimenti, estesa - per dirla in una frase - dai semplici ceppi d'ancora ad un manufatto del tutto fuori dall'ordinario quale l'anfora d'argento del golfo di Baratti, ma che riguarda soprattutto il problema del commercio su vasta scala delle produzioni alimentari (la cui natura, origine e consistenza possiamo indagare in prevalenza per il tramite dei relativi contenitori fittili, quelle grandi anfore da trasporto con cui si identifica di solito la stessa attività di indagine archeologica in mare), così come delle ceramiche fini da mensa e della suppellettile metallica.
Data pubblicazione
01/05/1998