L’8 agosto 1788, costretto dalle circostanze, il re di Francia Luigi XVI convoca per il 1º maggio 1789 gli Stati Generali, riuniti per l’ultima volta da Maria de’ Medici nel 1614. Suppliche, proteste e reclami vengono raccolti nei cahiers de doléance: emerge, tra le molte altre, la richiesta di uniformare i pesi e le misure su tutto il territorio del regno. La ricerca di una misura comune ubbidisce a un’esigenza di equità e uguaglianza, ma nel bel mezzo della dismisura rivoluzionaria si trasformerà in una sorta di utopia, nel progetto ambizioso di un Graal metrologico fondato sulla Natura, valido sempre e ovunque. Darà il via a una vicenda complicata, fatta di misurazioni ripetute e perfezionate tra il canale della Manica e Barcellona, un’avventura che incrocerà le sorti della Rivoluzione e dell’ascesa di Napoleone, per giungere al traguardo soltanto nel nuovo secolo. La «misura di tutte le misure» sarà il metro, la decimilionesima parte di un quarto di meridiano terrestre, una piccolissima striscia di Terra; ma esso darà anche la misura di una nuova visione del mondo, figlia della filosofia dei Lumi e della Ragione, paradigma di un universo armonico, obiettivo e invariabile in cui non c’è più posto neppure per Dio.
Data pubblicazione
01/06/2004