Il libro di Jack Needham, che ci spiega come costruire modelli di navi in bottiglia e come introdurveli ed armarli saldamente, è la esposizione più chiara, completa e comprensibile di quest'arte che io abbia mai visto. Per la verità non è che sia stato scritto proprio molto sull'argomento, visto che questo veniva considerato una specie di tipico segreto marinaresco. Per quattromila anni, molto prima che si usassero bottiglie di vetro, si costruirono modelli di navi e di barche, tutt'altro che rozzi o rudimentali. Di solito per contenere liquidi erano sufficienti le pelli e in seguito i vasi di terracotta e di metallo, e pare che nessun antico marinaio semita, cinese, giapponese o nordico, abbia pensato di mettere un rozzo modello di nave in un otre da vino: probabilmente avrà trovato un modo migliore di utilizzare entrambi. Per quanto si è potuto scoprire, l'arte d'imbottigliare modellini navali è relativamente recente anche tra i marinai. Ci poteva essere un sacco di tempo libero a bordo delle ben governate navi a vela d'una volta, visto che si doveva prendere il mare con equipaggi numerosi per maneggiare i cannoni, manovrare le vele e per rimpiazzare anche solo le perdite dovute allo scorbuto. Per la natura del loro mestiere i marinai erano gente tuttofare: si facevano i vestiti da soli e si occupavano dell’arte di fabbricare cavi e vele. Una buona nave diveniva subito molto popolare fra di loro, tanto che cercavano di costruirne rozzi modellini (gli splendidi modelli d'una volta, che oggi ammiriamo nei musei, erano costruiti a terra da famosi maestri d'ascia e costruttori navali, come momento vitale del processo di costruzione). Non si saprà mai quale abile lupo di mare dalle mani callose abbia iniziato per primo l'arte di mettere modellini con alberi imperniati in bottiglie dal collo largo, issandone dentro il vetro le manovre, né quando tutto questo sia avvenuto. Quando cominciai a navigare, quest'arte era affermata da lungo tempo, ma, per quanto io ne sappia, per niente praticata a terra, eccetto forse nelle case di vecchi marinai. Era un passatempo durante i gaettoni sotto aliseo in quelle navi felici. È probabile che a iniziare il lavoro sia stato uno dei membri più vecchi dell'equipaggio con una bottiglia adatta, un pezzetto di legno ben stagionato e un po' di filo. Più tardi si sarà fatto dare un po di stucco dal chips per costruirsi il mare, alcuni vecchi spilli da usare come perni per fissare gli al-beri, e un po di pittura grezza dalla cala del nostromo: questo era tutto, oltre a tanta abilità e pazienza. Iniziato il modello, ben presto tutto il turno di guardia si sarebbe messo al lavoro. Io stesso ci provai a bordo dell'Herzogin Cecilie. Però ero un modellista maldestro. Sono ben contento di lasciare quest'arte ad un esperto come Tack Needham il cui manuale completo, con chiare spiegazioni, eccellenti piani e fotografie, mi invoglia davvero a mettermi a sedere per fare da solo un altro tentativo. È un gran bel libro. Premessa di Alan Villiers
Data pubblicazione
01/11/1975