Lupi di mare, corsari, esploratori, velieri, brigantini, cannonieri e incrociatori… Con Naufragi, Francisco Coloane, a più di novant’anni, ha scritto l’opera che avrebbe voluto leggere da ragazzo, quando, figlio di un marinaio, acquistava tutti i libri di mare che gli era possibile. Tra i suoi prediletti, oltre al Portolano dello stretto di Magellano, redatto da suo padre, c’era quello di Francisco Vidal Gormaz, un enorme catalogo di naufragi, avvenuti sulle coste perigliose della sua terra. Da quella miniera d’informazioni, Coloane ha scritto una straordinaria antologia di naufragi, avvenuti tra il 1520 ai primi del Novecento, dando vita a un’opera che non solo è un omaggio a chi conosce, vive e ama il mare, ma anche l’ultimo ideale saluto dello scrittore alle coste dell’estremo Sud, la regione d’impressionante bellezza dove «le piogge torrenziali, i cieli apocalittici e improvvisamente luminosi, gli stretti innevati, le muraglie vertiginose, i ghiacciai fantasmagorici hanno sedotto tanti ansiosi di avventure, di gloria, o di imprese memorabili, persone lanciate alla conquista di un sogno».
Data pubblicazione
01/03/2007