Le condizioni socio-sanitarie del trasporto per mare di masse di emigranti diretti verso le Americhe nel periodo della Grande Migrazione consente di collocare le tematiche del rapporto emigrazione-malattia nell'ambito della storia sociale delle classi subalterne in Italia tra la fine dell'800 e l'inizio del '900. La nave, sia nei viaggi di andata che in quelli di ritorno, appare un luogo patogeno di manifestazione e di diffusione della malattia e l'esperienza della traversata assume per gli emigranti Il carattere di un fenomeno di deportazione. L'analisi dei giornali sanitari redatti dai medici di bordo e la vasta documentazione prodotte dalle istituzioni incaricate di esercitare i controlli sanitari sugli emigranti Imbarcati, permettono di cogliere le dimensioni di massa assunte da alcune patologie (tisi, tracoma, malattie mentali) tra la forza di lavoro immigrato e di verificare le correlazioni esistenti tra miseria e migrazione-malattia sia in Italia che nei paesi di immigrazione. L'indagine sulle condizioni igienico-sanitarie degli emigranti nel corso della traversate diventa anche l'occasione per documentare aspetti della quotidianità della vita di bordo: l'alimentazione, le modalità di aggregazione e di socializzazione, la subordinazione alle norme disciplinari. Scandito rigidamente del tempo del riposo, del vitto, della visita medica, il viaggio per mare assume per l'emigrante i connati di un'esperienza dì tipo concentrazionario. Un posto di rilievo ha, nella gestione della vita di bordo, la figura del medico, militare o civile, responsabile dell'assistenza sanitarie agli emigranti, ma anche autorità di controllo per l'osservanza ed Il mantenimento della disciplina.
Data pubblicazione
01/01/1988