Sulla scia di un rinnovato e auspicato interesse per l’archeologia e la storia navale in Italia il sodalizio tra l’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale (ISTIAEN) e il Museo della Marineria di Cesenatico ha permesso di realizzare un primo convegno nazionale dedicato a questo tema. Il volume ne raccoglie gli atti, il cui tema di fondo è rappresentato dal soggetto “nave” inteso in un ampio orizzonte culturale, attraverso un approccio archeologico, storico ed etnografico. Una serie di contributi introduttivi fungono da riferimento metodologico proponendo riflessioni sul trattamento dei legni imbibiti, sull’intervento di conservazione in situ, sulla ‘ricopertura’ e il ‘riseppellimento’, sulle procedure di scavo di pronto intervento e sul recupero dei relitti. A questi si aggiungono casi-studio che permettono di ricavare ulteriori dati da esperienze dirette come quelle geoarcheologiche condotte sui depositi marini dei relitti posti presso le bocche di porto della Laguna di Venezia, la storia e il collezionismo della flotta austriaca e quello del Museo della Marineria di Cesenatico. La prima sezione è dedicata a L’Archeologia navale in Italia: scoperte recenti, ricerche sul campo, studi. Riunisce nello specifico i contributi sullo scavo del brick Mercurio, arricchito dalle riflessioni sulla ricerca dei relitti navali di età moderna, sui relitti indagati e recuperati presso il porto di Malomocco a Venezia (relitto “dei cannoni” e della Rocchetta 1 del XVII-XVIII sec., del Molo Sud datato al XIX sec.), sul relitto cinquecentesco di Lazise e su quello fluviale del XV sec. rinvenuto nel centro storico di Ferrara. Il settore degli studi propone approfondimenti sulle tipologie delle cuciture nella costruzione dei natanti insieme alla ricostruzione del modello della barca C di Pisa S. Rossore e un quadro ricostruttivo del paesaggio costiero dei siti di Neapolis e di Parthenope/Palaepolis, basato sull’analisi del contesto di scavo dei relitti di Napoli rinvenuti in occasione dei lavori per la metropolitana. Sono inoltre esposte le fasi per il recupero e il trattamento delle imbarcazioni monossili rinvenute a Langola (Poggiomarino, NA), indagate all’interno dei villaggi protostorici che sorgevano nell’area nord-orientale della piana del Sarno con particolari dedicati alle strutture lignee per l’ormeggio, rinvenute adiacenti alle stesse. Completano questa sezione i contributi sulla musealizzazione delle navi del porto di Olbia, con un percorso che parte dall’analisi dei dati di scavo fino alle fasi di asportazione e trattamento conservativo e le attività della Soprintendenza del Mare della Sicilia (il relitto romano repubblicano di Cala Minnola, quello tardo-romano di Scauri, il relitto del XVII sec., detto della “Tigre”, di Ras al-Hila in Cirenaica). Nella seconda sezione, dedicata all’Archeologia e Storia navale, sono raccolti gli studi sull’arte della costruzione navale con un taglio specifico per il comparto mediterraneo. Sulla base della ricerca storica e dell’analisi archeologica vengono esaminati i documenti d’archivio per la costruzione delle galere di Lepanto, i contratti di costruzione dal XII al XVI sec. in Liguria, il progetto presentato nel 1669 al Senato della Repubblica di Venezia per la realizzazione della barca per navigar sotto acqua, gli interessi veneziani alla metà del XVIII sec. per le tecnologie militari e navali britanniche. Imprescindibili fonti di riferimento per queste ricerche diventano i disegni di progetti di navi e in particolare dei vascelli, delle fregate, navi pubbliche da trasporto, da guerra a vela veneziane del XVII e XVIII sec. La terza ed ultima sezione, Etnologia ed etnografia navale, si snoda attraverso un approccio antropologico finalizzato alla conoscenza delle marinerie tradizionali. Il quadro è articolato attraverso il caso della peòta di gala, definita Bucintoro dei Savoia, imbarcazione per uso cerimoniale e per comunicare ed esaltare il potere regio, attraverso una ricerca sulle barche, gli attrezzi e gli uomini che hanno praticato la pesca a strascico in Alto Adriatico, mentre importanti ai fini della tutela risultano le esposizioni dei progetti inerenti il censimento del ‘patrimonio galleggiante’ italiano, quelli sulle imbarcazioni tradizionali da carico della Pianura Padana attraverso i registri navali e l’esame sulla qualità dei legnami utilizzati per le costruzioni navali fra medioevo ed età moderna.
Data pubblicazione
01/11/2010