Si chiamavano, nella loro stessa lingua, gli «Uomini», giunti, al termine di una millenaria immigrazione, in questo estremo lembo del continente americano che doveva più tardi ricevere il nome di Terra del Fuoco. Premuti incessantemente da altre orde umane si erano, alla fine, rifugiati là dove nessuno, pensavano, avrebbe potuto raggiungerli tanto era inospitale l'ambiente di questo inferno australe che avevano eletto a propria dimora, ma si sbagliavano. Per l'Europa correva l'anno di grazia 1520, quando le golette di Magellano, che attraversavano lo stretto in rotta per le Indie, si incrociarono con un canotto di quegli «Uomini» ancora completamente immersi nel paleolitico. Da quel momento il destino degli alacaluf, questo è il loro nome moderno, è segnato: a contatto con l'uomo civilizzato che, da una parte, li vuole convertire a un dio incomprensibile e, dall'altra, li abbrutisce con l'alcool, la loro sarà una lunga strada di alienazione e di morte. L'autore che ha visitato i luoghi di cui parla e ha miracolosamente, anche se fuggevolmente, incontrato gli ultimi superstiti di questa gente ci racconta, in questo libro appassionante, a meta fra reperto etnologico e romanzo, la storia tragica di un popolo dimenticato e contemporaneamente ci fa ripercorrere le straordinarie esplorazioni, in queste terre lontane e inospitali, di Magellano, degli sfortunati coloni distrutti dalla fame e dal clima, di Darwin che vi passò durante il suo viaggio intorno al mondo a bordo della Beagle. Una metafora lucida e disincantata della condizione dell'uomo nell'uni-verso, una lettura avvincente e istruttiva dalla quale si esce trasformati.
Data pubblicazione
01/01/1987