In un tempo di mobilità sempre più frenetica, quanti sono oggi quelli che viaggiano davvero? Ogni giorno la logica del consumo rende i luoghi più spogli e l’idea stessa del viaggio appare svuotata di valore conoscitivo. È giunto il tempo annunciato da Claude Lévi-Strauss in cui i viaggi smetteranno di aprire i loro scrigni? Oppure viaggiare resta una pratica necessaria e ineludibile? Partendo da queste domande, viene delineata una tipologia delle strategie di rappresentazione impiegate dagli scrittori europei del secondo Novecento per ritrovare la “saggezza del lontano” evocata da Walter Benjamin. ll volume prende in esame libri di viaggio di diverse letterature europee, descrivendo il rapporto metaletterario tra il movimento e la scrittura
Data pubblicazione
10/07/2024