Un testo che malgrado un eccesso di citazionismo e un troppo ampio respiro internazionale, rimane una piacevole lettura, utile a comporre un quadro del nuoto dalla supremazia inglese dell'Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento, definito dall'autore il decennio giapponese. Non mancano i riferimenti alla classicità greca e romana, sia sul versante mitologico che storico. Ampio risalto è dato poi agli scrittori nuotatori, dalle note vicende acquatiche romantiche di Byron e Shelley a quelle meno note, ma forse ancor più affascinanti, del regista Akira Kurosawa e Yukio Mishima. “Se Shelley fu il più commovente dei nuotatori, Byron fu universalmente considerato il più grande dei suoi tempi”, Byron che a proposito della sua traversata dell'Ellesponto diceva: “Di quest'impresa vado fiero più che di qualsiasi altra opera, sia politica sia poetica sia retorica”. Dopo un secolo, dall'altra parte della Terra, Kurosawa e Mishima partendo dalla loro esperienza, attribuirono al nuoto una straordinaria importanza, trasponendo questo loro amore in film e libri memorabili. Nelle sue pagine Sprawson, intersecando il vissuto personale alla dimensione saggistica, ha cercato di indagare “La peculiare psicologia del nuotatore, il suo «sentire l'acqua»”. Più in generale credo che il mare sia una grande palestra per allenare il “sentire”, anche attraverso il quotidiano esercizio del nuoto nelle acque delle nostre città.
Data pubblicazione
01/01/2000