Questa storia dell'età moderna si distingue da ogni altra opera concernente lo stesso periodo in quanto tende ad essere anzitutto una storia della zona atlantica e del suo significato nell'evoluzione della civiltà umana. L'epoca è compresa fra gli inizi del XV secolo e la fine del XVIII. Al 1415 risale infatti la grande espansione portoghese, proprio nello stesso anno in cui a Costanza il primo grande riformatore Giovanni Huss, è condannato a morte. Parigi del 1763, l'opposizione contro l'ordine tradizionale trova terreno favorevole nei futuri Stati Uniti dapprima, in Francia poi. La Società, le istituzioni, la cultura, che hanno cominciato a svilupparsi in sistema nel XV secolo, e che da allora, nel corso dei secoli XVI e XVII si sono sparse per tutta la zona atlantica, subiscono nel '700 profonde trasformazioni. La crisi che si viene delineando prepara nell'intera zona atlantica un periodo nuovo. Le basi della civiltà atlantica sono state poste in Europa durante il Medio Evo, ma, a rigor di termini, la civiltà così elaborata può dirsi atlantica non prima dell'inizio dell'espansione portoghese. L'Europa atlantica, le due Americhe, e l'Africa sono da Charles Verlinden continuamente considerate nei loro mutui rapporti. Le relazioni con le altre zone culturali non sono certo dimenticate, ma considerate in funzione della zona atlantica, dello sviluppo e della integrazione progressiva di una atlantica civiltà, che trova il suo punto di partenza nell'Europa Occidentale e, fino a un certo punto, anche nell'Europa Meridionale. Nel momento in cui il ruolo e l'influenza europea nel mondo sono messi in discussione, questo libro intende portare un contributo di importanza non secondaria per uno studio sulle origini e sulla natura della potenza europea.
Data pubblicazione
01/01/1968