Nell'ottavo e nel settimo secolo a.C. la pentecontoro era una nave di circa trenta metri di lunghezza e quattro di larghezza alla sezione maestra, con una fila di venticinque rematori per lato e una corsia centrale nave aphrakta, cioè aperta, con un evidente rostro. Era una nave a fasciame portante, aveva incastri a biette e cavicchi per l'assemblaggio dei corsi e forse, in parte, anche cuciture a fibre vegetali. È rappresentata in numerosi vasi attici a figure nere di epoca arcaica; tra i più noti, quelli di Nikosthenes e di Exekias. Fu la nave lunga per eccellenza, impiegata soprattutto per uso militare, inizialmente con struttura più semplice e con un rostro prima embrionale e poi maggiormente definito, che dominò infine in forma più evoluta il Mediterraneo in Epoca Arcaica successivamente al crollo della Civiltà micenea (XI sec. a. C.) e dopo l'espansione delle popolazioni doriche, ioniche ed eoliche con la prima colonizzazione greca (IX sec. a.C.) nelle isole dell'Egeo e nelle coste dell'Anatolia occidentale. Ebbe certamente un ruolo attivo nell'VIII - VII sec. a. C. durante la seconda colonizzazione con insediamenti nelle coste del Mar Nero e del Mediterraneo. Era l'epoca delle Poleis greche, e delle loro colonie nelle coste del Mar Nero (Ponte Eusino), in quelle della Turchia, del sud dell'Italia (Magna Grecia), della Sicilia, della Sardegna e della Corsica, del sud della Spagna e della Francia, e in Africa settentrionale.
Data pubblicazione
04/02/2016