Nessuno meglio di un marinaio sa cosa significa l'amore per la propria nave. E la storia di Jacob Brouwer, velaio, e di Johanna-Maria, è appunto una storia d'amore, fatta di slanci, di gioia, di sacrificio e dolore, di separazioni e di riunioni. Ma non solo: essa è temporalmente situata nel periodo in cui la navigazione a vela deve a poco a poco cedere il suo posto alla navigazione a vapore, in cui le vecchie solenni navi di legno vengono sostituite dagli scafi di ferro. In essa vi è il senso del tempo che passa, di un mondo e di una cultura al tramonto. Sullo sfondo dei viaggi per le Indie si muovono personaggi delineati con una scrittura sobria ed asciutta, con grande umanità e acuta psicologia. Un romanzo di grandissima levità narrativa e insieme di grande profondità, ma soprattutto di stupefacente densità e compattezza. La presenza del mare è viva e continua come vivo e continuo è il rapporto tra l'uomo e la nave, che è descritto come una via per sentirsi appagati, per sentirsi in armonia. Ed è la vita stessa del laconico Brouwer che dà risposta e senso alle domande da lui pronunciate nel suo intenso soliloquio: 'Che cosa spinge un uomo ad andar per mare se non si dedica alla nave con tutto se stesso? Legno, ferro, tela, costruiti e messi insieme, ancora non fanno una nave. Perché un marinaio si commuove se deve tagliare un albero? Tace e intristisce se vede un relitto alla deriva? Non ha forse ogni nave una natura propria?'. Così, insieme alla 'nave virtuosa che aveva lavorato per tutta la vita, anche quando veniva maltrattata', Jacob Brouwer come un compagno fedele, accanto a una compagna fedele, trova il suo ultimo ormeggio.
Data pubblicazione
01/11/1999