Le grandi attività tradizionali della pesca come spugne, coralli, murici, capaci di suscitare un commercio di un certo rilievo, non erano destinate all'alimentazione ma all'igiene o alla sontuosità. La pesca delle spugne, praticata nelle vicinanze del mare e nelle diverse isole dell'Egeo, è stata tra le poche risorse degli isolani, i cui tuffatori recuperavano le spugne così come i pescatori per mezzo delle fiocine o kamakis. L'impoverimento dei banchi dell'Egeo e la forte domanda del mercato europeo per i diversi usi delle spugne spinse i pescatori greci, intorno al 1840, sui banchi di Derna. Ai sistemi tradizionali di pesca si unirono le gangave e, dopo il 1866, gli scafandri che operarono con successo nelle acque della Cirenaica e Tripolitania e poi in quelle tunisine. La scoperta dei banchi di Misurata nel 1883, di Ferua nel 1884, di Lampedusa nel 1887 e nel 1888 di Kibrit e Zitun, trovò armatori e pescatori greci, italiani ed altri, pronti a lavorare con successo in queste zone. La pesca delle spugne vivacizzò l'economia di alcuni paesi del Mediterraneo, anche se rapidamente i banchi furono sfruttati. Alla fine dell'Ottocento, rendeva quasi Otto milioni di franchi, per cui si chiesero forti e rapidi interventi per tutelare tale ricchezza, senza risultati immediati.
Data pubblicazione
01/07/2003