Venezia e la sua laguna: difficile immaginare un esempio migliore in cui la storia di una città sia così strettamente legata alla trasformazione del territorio che la circonda. Laguna che per secoli ha rappresentato anche una importante risorsa di approvvigionamento alimentare; in questo ambiente i Veneziani hanno evoluto le loro tecniche di pesca, adattandole alle peculiarità del territorio e ai cicli stagionali che determinavano gli spostamenti del pesce dal mare verso la laguna e viceversa. I bassi fondali hanno obbligato l’utilizzo di imbarcazioni con fondo piatto, difficili da governare con la navigazione a vela, l’unica propulsione esistente in quell’epoca oltre alla forza dei remi. Una vita dura, rischiosa, quella del pescatore lagunare, che si è progressivamente spinto verso il mare, fino a creare, in particolare con la marineria chioggiotta, la flotta da pesca più importante dell’Adriatico. Testimonianza preziosa ed assolutamente unica di questo percorso è la collezione ottocentesca “Ninni-Marella”, conservata presso il Museo di Storia Naturale di Venezia. Questa raccolta costituisce infatti il racconto dei vari momenti dell’attività di pesca degli abitanti della laguna, illustrando le tecniche, le attrezzature, le imbarcazioni e le tradizioni legate a questo importantissimo settore dell’economia veneziana. Dalla pesca in valle a quella in laguna alle più diverse specie ittiche, alle raffinate tecniche di pesca in mare, l’esposizione è un’occasione per riscoprire una componente importante della nostra cultura lagunare e del nostro patrimonio storico e testimonia lo stretto rapporto fra uomo ed acqua così unicamente sviluppato nella nostra cultura anfibia.
Data pubblicazione
20/05/2019