Napoli, 11 agosto 2011. Un piccolo peschereccio viene travolto da una nave mercantile durante una battuta di pesca. In un’estate torrida un giornalista alle prime armi, tra i pochi a non essere andato ancora in vacanza, viene incaricato di seguire il caso che si chiuderà con la condanna dell’unico pescatore sopravvissuto. Dietro questa tragica fatalità il giovane cronista intuisce però un nodo di reticenze e di ombre, e da allora l’attività dei colossi del mare non smette di ossessionarlo. Continua a indagare per suo conto, a mettere in relazione nomi, luoghi e testimonianze, ad allineare una lista impressionante di incidenti. La sua agenda si riempie di date. Un’altra sciagura sulla costa livornese, una retromarcia sbagliata al porto di Genova che fa crollare la torre dei piloti nel 2013, un incendio sotto il faro di capo Santa Lucia in Sudafrica, davanti alla spiaggia di un parco naturale che tutela ippopotami, coccodrilli e 115 specie diverse di uccelli acquatici, altri episodi insoliti ad Alessandria d’Egitto o lungo le coste della Calabria. Manovre errate, imbarcazioni in fiamme o in panne, spaventosi disastri ambientali con una matrice comune: tutte le navi coinvolte si chiamano Jolly. Da un incidente di pesca all’apparenza banale si dipana così una rete sommersa di traffici e interessi che ci informa sui guasti e i danni di un intero sistema economico in avaria: la circolazione mondiale delle merci, lo smaltimento abusivo dei rifiuti, l’incessante andirivieni di fusti chimici, tossici e radioattivi. Pescirossi e pescicani è la storia di un’inchiesta, ma anche di un personale apprendistato.
Data pubblicazione
10/10/2020