Da questo convegno che si svolge in un'atmosfera cordiale e serena, in una città a cui è legata una ormai lontana frequenza per studi e per ricerca e gli incontri con Enrico Liburdi, per tanti anni solerte ed attivo segretario della Deputazione di Storia Patria per le Marche, sono emerse tre problematiche: quelle del senso della regione in riferimento alle dottrine delle "piccole patrie" di Olinto Marinelli e della proiezione regionale in seno alle Marche, secondo le teoriche di Francesco Chabot; la presenza del mare in questa sub regione delle Marche, corrispondente alle valli del Tenna e del Tronto; l'immanenza del Piceno sulla storia regionale marchigiana-suburbicario, nella concezione della Romanità e la rifusione, tuttavia con una sua individualità in seno a quelle Marche, Sud del Nord e Nord del Sud, definita intorno al Mille. Quindi sono emerse, attraverso la relazione di studiosi italiani e croati, idee sull'unità di Paesi intorno al Golfo di Venezia (così chiamato l'Adriatico sino alla fine del Settecento). Viva l'operosità di Uomini, sulle due coste fronteggiantesi, ove come affermava il generale Giacinto Ferrero nel 1921 al VII Congresso Geografico Italiano di Firenze, il mare accomuna la vita degli uomini delle due sponde. La presenza di "cose" , termine improprio, ma per indicare quella necessità sistematica di reperimento e costruzione delle fonti, in una concettualità concreta, non andando a caccia di farfalle sotto l'arco di Tito, ma scavando nelle fondamenta con- crete, nascoste dal trascorrere del tempo. In questo convegno si è dimostrata l'esistenza di un esercizio della Cultura che accomuna Uomini di ogni età, anziani, maturi e giovani, in una fede profonda e non ligia ad effimere manifestazioni, ma apportatrice di "mattoni" a un "edificio" reale, spaziale e temporale.