Qualche stagione fa riuscii a ritrovare, quasi per caso e con molta fortuna, uno scatolone di cartone, pesantissimo e miracolosamente integro. Conteneva una quantità spropositata di materiale fotografico di varia natura: pacchi di stampe in bianco/nero di vario formato, legate con nastrini colorati; delicate e fragilissime lastre in vetro (6x9 e 9x11), con provini fotografici di riferimento, vetrini stereoscopici in positivo con tanto di visore dell’epoca e buste in carta velina con negativi di pellicola (4x6, 6x6 e 8x11). Era il corpo centrale e più cospicuo dell’archivio fotografico di famiglia, scampato al degrado del tempo più per un caso fortuito che per reale volontà di conservazione. Ma era quanto accoppiato allo scatolone la vera sorpresa del ritrovamento. Una valigetta in legno a più scomparti, con chiusura a ganci d’ottone che recava un’etichetta intrigante e rivelatrice: La crociera dell’Etruria nelle Americhe e la guerra Italo-Turca. All’interno di siffatta valigetta (in verità molto elegante) una ventina di scatolette cartonate dell’epoca perfettamente conservate, contenenti le diapositive tridimensionali scattate da mio nonno durante la missione oltreoceano della nave Etruria, due album di foto con allegate lastre e negative degli eventi bellici in Libia del 1911/12 ed un diario personale al quale mio nonno affidava pensieri e considerazioni e che fungeva anche da catalogo per buona parte del materiale fotografico.
Data pubblicazione
04/11/2011