L’Islanda è una grande, arida isola vulcanica, sul limitare dell’Oceano Artico. Geograficamente parlando, è una terra piuttosto recente, dalla quale non sono ancora scomparsi del tutto i ghiacciai dell’ultima era glaciale. Qui la vita dell’uomo, esposta com’è alle forze elementari della tempesta, del gelo e dei fuochi vulcanici, è sempre stata una lotta per sopravvivere, e tale in verità è ancora oggi, nonostante gli aiuti che può fornire la tecnologia moderna. Così, al di fuori di questo suo ambiente - spesso ostile, benché talvolta mite e benevolo, mai prevedibile e sempre pieno di pericoli nascosti - nella solitudine dei grandi spazi deserti, l’islandese si è creato una moltitudine di strani vicini. La paura abita le alte rocce, dove i troll sono in agguato per sorprendere il viaggiatore solitario. Rupi e colline, familiari punti di riferimento, sono la dimora di un popolo nascosto: gli elfi, che vivono come gli uomini, hanno le loro fattorie, le loro chiese, i loro funzionari e i loro preti, le loro ricchezze e il loro bestiame. … questo amalgama d’immaginazione e di concreto realismo è una qualità comune a ogni tipo di racconto popolare islandese e dovrebbe essere considerata una delle caratteristiche più rilevanti di questa letteratura. Qui, i palazzi fiabeschi somigliano molto alle più ricche fattorie, con il re che conta le sue pecore e i suoi armenti come un agricoltore islandese di collina. Il demonio e i suoi diavoletti brillano spesso più per la loro credulità che per la loro malizia. Trolls e mostri hanno comportamenti casalinghi e quotidiani. Gli elfi vivono, muoiono e agiscono in tutto e per tutto come gli esseri umani, mentre i fantasmi sono di natura stranamente materiale, dato che picchiano di santa ragione le loro vittime, si mostrano soggetti anch’essi alla debolezza della carne e mangiano, sentono dolore e addirittura soffrono il mal di mare. In questo mondo del racconto popolare islandese, così strettamente imparentato con il nostro imperfetto mondo di pericoli naturali e frustrazioni umane, troviamo una parabola ampliata dei nostri sentimenti di fronte alla vita, alla fortuna, alla rovina e alla morte.
Data pubblicazione
03/03/2019