La tratta degli schiavi raccontata dalla viva voce dei protagonisti. La storia è ambientata intorno alla prima metà dell’800. Giovanni Barelli, piemontese, in fuga dalla battaglia del 1831 a fianco degli insorti di Romagna contro gli austriaci, viaggia esule da Rimini all’Albania, da Costantinopoli ad Odessa. Qui conosce Pablo Ramas, capitano del brigantino Honradez di Penisola che gli offre di rientrare in Europa sull’imbarcazione che conduce in Spagna il suo carico di grano. A casa Ramas, Giovanni Barelli è accolto dal padre dell’amico, Don Hermenegildo e dalla bella sorella Consuelo, della quale si innamora. Ma don Hermenegildo non concede la mano della figlia al giovane italiano se non alla condizione che diventi un valido capitano, degno di entrare in una stimata casata spagnola di marinai e mercanti. L’amico Pablo prospetta allora a Givanni Barelli di assumere l’incarico di comandante della nuova nave di casa Ramas: la Consuelita. Il patto è presto stretto ma la rivelazione della meta, designata da Don Hermenegildo, è una dura scoperta per l’ignaro aspirante uomo di mare: La Costa D’Africa, il Golfo di Guinea, dove dovrà fare carico del cosiddetto “legno d’ebano”, ovvero la merce della tratta: gli schiavi. Il libro è uno spaccato veritiero di cosa era la tratta degli schiavi e racconta con toni che ricordano, a tratti, le magistrali parole di “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad. Oltre a questo merito il libro è un valido strumento per conoscere, al di là di miti e leggende, cosa era l’antico regno del Dahomey, l’attuale Benin, uno delle porte d’Africa dalla quale sono usciti decine di migliaia di schiavi.
Data pubblicazione
01/05/2010