La pratica del commercio sui mari trae le sue origini in epoche antiche. Solo nel XX secolo, tuttavia, il naviglio commerciale può iniziare ad assumere quelle caratteristiche tecnologiche, specialistiche e burocratiche proprie dell’era moderna. La nave, dopo il secondo conflitto mondiale, passa da strumento per il trasporto di carichi d’ogni genere a oggetto designato al trasporto di una tipologia di carico ben preciso. Nascono così navi cisterna, navi da trasporto alla rinfusa, chimichiere, portacontenitori. Sono sempre più grandi e dalla maggior capacità di trasporto. L’evoluzione della flotta mondiale consiste nella stretta corrispondenza fra l’accrescimento dei consumi e l’incremento della popolazione mondiale, che introducono nuove modalità finanziarie di commercio sui mari e con esse un inquinamento sempre più spinto, incompatibile con progetti di sostenibilità ambientale a lungo termine. Le merci, dal carbone per le centrali elettriche ai più moderni ritrovati da negozio d’elettronica, compiono viaggi su navi commerciali, per migliaia di chilometri. Questo sistema, sostenuto da potenti infrastrutture, consente alle aziende di delocalizzare la produzione ove sia industrialmente più conveniente. Così si assiste all’abbassamento dei prezzi e merce d’ogni genere si ritrova ad essere trasportata per gli oceani. Più del 90% dei prodotti dell’uomo viaggia via mare. Non è sempre una questione di necessità, è solo una ragione di prezzo. Quel prezzo che paghiamo in termini di risorse per avere tutto disponibile, in ogni momento ed al minor costo possibile. Sono circa centomila le navi superiori alle cento tonnellate di stazza a solcare gli oceani. Nel 2010 la flotta mondiale ha movimentato circa novemila milioni di tonnellate di merci, cifre destinate a crescere e con esse i consumi e la velocità di trasporto. Migliaia di tonnellate di carburante consumato ogni giorno. Se la maggior parte di noi non riesce a rendersi conto di cosa effettivamente significhi il trasporto via mare lo deve sopratutto ad una scarsa informazione. La dimensione di questo gioco gigantesco si può approfondire non solo attraverso gli eventi più eclatanti ma volgendo il nostro sguardo alla quotidianità ed ai gesti più piccoli. Così, forse, la dimensione degli spazi che accolgono questa merce si approfondisce per lasciare spazio all’emozione.
Data pubblicazione
17/07/2014