Nel 1920 Camillo Bellieni, il maggior teorico del sardismo, analizzando le vicende, l'insularità geografica, la dimensione mediterranea della Sardegna, (che noi non siamo etnicamente e linguisticamente italiani è un dato di fatto incontrovertibile") giungeva all'amara conclusione che l'isola fosse una nazione irrisolta, o meglio una "nazione abortiva", nella quale, pur essendovi le premesse etniche, linguistiche, le tradizioni per uno sbocco nazionale, erano mancate le condizioni storiche e le forze motrici per un tale processo. "Esiste la materia nel nostro paese per costruire una nazione - affermava -, ma questa materia per il passato non divenne mai coscienza, ed ora che lo è, è pensata da noi con intelletto d'italiani". Il suo autonomismo, mentre da un lato contestava duramente le strutture burocratiche dello stato accentrato, dall'altro respingeva ogni tipo di soluzione separatista come "artificiose eresie e menzognere negazioni". Bellieni poneva in evidenza con estrema chiarezza la natura delle rivendicazioni politiche del movimento autonomista e le motivazioni storiche e culturali dell'identità della Sardegna..."
Data pubblicazione
01/01/1998