La guerra di conquista reciproca tra due mondi opposti, quello islamico e quello cristiano, ha radici molto profonde. L’attività barbaresca dei predoni si protrasse fin quasi la metà del XIX secolo. A nulla valsero le battaglie vinte dall’Occidente, poiché il nemico si affacciava alle sue porte creando scompiglio e terrore e influenzando l’insediamento urbano causando la fuga della popolazione dalle coste verso le prime pendici dell’entroterra o, comunque, verso quei luoghi protetti dalla vista dei pirati. Poiché l’insidia veniva dal mare era fondamentale osservarlo alla ricerca di vele nemiche per poter adeguatamente formare una linea di prima difesa, ma principalmente avvisare la gente dell’imminente pericolo. A tale scopo nasce l’idea, non certo nuova, di erigere un sistema di torri che potessero interagire tra loro, sia di notte che di giorno. Sono le nostre “sentinelle” la cui memoria storica è ancora ben presente nel popolo calabrese e alle quali questo studio è teso, preminentemente a rinverdire il loro e il nostro passato, non senza un pizzico di rammarico per lo stato di abbandono in cui oggi versano molte di queste strutture, che in fin dei conti rappresentano un pezzo non trascurabile della nostra storia.
Data pubblicazione
10/07/2016