Signora dell'acqua - edizione economica

splendori e infamie della Repubblica di Venezia

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splendori e infamie della Repubblica di Venezia

Salvalaggio Nantas

L’autore scrive la storia di Venezia, la città dove è nato, come un romanzo. Rimanendo scrupolosamente fedele ai documenti storici, la prosa sapida di Salvalaggio trasforma l’epopea veneziana in un palpitante “giallo” a puntate. Ogni puntata è fatta di cose, di eventi, di personaggi talmente densi e vibranti da far correre lungo le pagine il filo elettrico della “suspense”. Basti pensare a un elemento essenziale: il “set”, il paesaggio che fa da sfondo a questa storia plurisecolare è la stessa Venezia. Come dire, una città unica per bellezza e originalità, il solo posto al mondo «dove i cavalli stanno in aria, i leoni hanno le ali e i piccioni vanno a piedi». L’altro elemento accattivante della storia sono i Veneziani “double-face” della Repubblica, che fanno ad un tempo i guerrieri e i mercanti. Un mese trafficano, e il mese dopo duellano sulla tolda delle loro famose galee. Da notare: non superano mai le duecentomila unità, e tuttavia si trovano a sfidare i grandi imperi del loro tempo. Combattono gli infedeli, e vincono; si scontrano con gli eserciti cristiani, e se la cavano brillantemente. I marinai e i capitani della Repubblica sono inoltre convinti che il loro amatissimo santo, l’evangelista san Marco, sia potente come e più di Giove. Al suo confronto, san Gennaro è un Venerabile di serie B. Motivo per cui la flotta veneziana riuscirà a conquistare l’egemonia del Mediterraneo; e l’impero della Repubblica si estenderà dall’alto Adriatico alle coste del Mar Nero. Venezia fu la sola città-stato che per oltre un millennio non conobbe l’onta dell’occupazione nemica. Poi verrà il “barbaro” Napoleone, con i cannoni puntati su San Marco; e sarà la resa, la fine di un miracolo. È il 12 maggio 1797.

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L’autore scrive la storia di Venezia, la città dove è nato, come un romanzo. Rimanendo scrupolosamente fedele ai documenti storici, la prosa sapida di Salvalaggio trasforma l’epopea veneziana in un palpitante “giallo” a puntate. Ogni puntata è fatta di cose, di eventi, di personaggi talmente densi e vibranti da far correre lungo le pagine il filo elettrico della “suspense”. Basti pensare a un elemento essenziale: il “set”, il paesaggio che fa da sfondo a questa storia plurisecolare è la stessa Venezia. Come dire, una città unica per bellezza e originalità, il solo posto al mondo «dove i cavalli stanno in aria, i leoni hanno le ali e i piccioni vanno a piedi». L’altro elemento accattivante della storia sono i Veneziani “double-face” della Repubblica, che fanno ad un tempo i guerrieri e i mercanti. Un mese trafficano, e il mese dopo duellano sulla tolda delle loro famose galee. Da notare: non superano mai le duecentomila unità, e tuttavia si trovano a sfidare i grandi imperi del loro tempo. Combattono gli infedeli, e vincono; si scontrano con gli eserciti cristiani, e se la cavano brillantemente. I marinai e i capitani della Repubblica sono inoltre convinti che il loro amatissimo santo, l’evangelista san Marco, sia potente come e più di Giove. Al suo confronto, san Gennaro è un Venerabile di serie B. Motivo per cui la flotta veneziana riuscirà a conquistare l’egemonia del Mediterraneo; e l’impero della Repubblica si estenderà dall’alto Adriatico alle coste del Mar Nero. Venezia fu la sola città-stato che per oltre un millennio non conobbe l’onta dell’occupazione nemica. Poi verrà il “barbaro” Napoleone, con i cannoni puntati su San Marco; e sarà la resa, la fine di un miracolo. È il 12 maggio 1797.
Ean / Isbn
978883844359
Pagine
368
Data pubblicazione
01/01/1997