Un memoir brutalmente onesto che fa luce su ciò che accade quando il desiderio femminile entra in conflitto con una cultura della mascolinità in crisi. Da poco libera da una relazione tossica e sulla trentina, Tabitha Lasley ha lasciato il lavoro in una rivista londinese, fatto le valigie e investito i suoi risparmi in un contratto d’affitto di sei mesi per un appartamento ad Aberdeen, in Scozia. Era decisa a portare finalmente a termine l’idea a lungo rinviata di un libro sulle piattaforme petrolifere e gli uomini che ci lavorano. Perché le piattaforme petrolifere? “Volevo vedere come sono gli uomini quando non hanno donne intorno”. Ad Aberdeen, Tabitha viene inghiottita dal mondo della manovalanza dell’industria petrolifera, una vivida sottocultura piena di risse, duro lavoro, competizione e amicizie di straordinaria profondità. Più resta, più scopre che la sua presenza ha un effetto destabilizzante sugli uomini…e su se stessa. Lo stato del mare è il ritratto di un’industria in declino: “offshore” è uno stile di vita per generazioni di uomini principalmente della classe operaia, ma anche una potente metafora per quegli aspetti della vita che cerchiamo di ignorare come la classe, la mascolinità, i compromessi indotti dal desiderio e le terribili insidie di una via in salita che potrebbe, se ci sforzassimo abbastanza, portarci alla sicurezza. Questo libro è anche la storia di una giornalista la cui distanza professionale dal suo soggetto diventa pericolosamente sottile. Ad Aberdeen, quando non è impegnata nelle ricerche per il libro, Tabitha si ubriaca e balla lasciandosi andare, e rivive la sua giovinezza, quando la musica era buona e i ragazzi erano cattivi. Vent’anni dopo, c’è Caden: un operaio sposato che trascorre tre settimane sulle piattaforme e tre a riposo. Sola e in uno stato sempre più precario, Tabitha si tuffa nella loro crescente attrazione. La relazione, incosciente e rischiosa, metterà a nudo entrambi.
Data pubblicazione
10/11/2021