Stato della pesca e dell'acquacoltura nei mari italiani

Stato della pesca e dell'acquacoltura nei mari italiani

Cataudella Stefano, Spagnolo Massimo


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Il libro fornisce una fotografia della pesca e dell'acquacoltura in un quadro analitico e problematico che mira a superare l'immagine di un settore fatto di gente che non sta alle regole e che "consuma" li mare, per offrire un pieno riconoscimento della funzione sociale, ambientale ed economica che svolge. Su questo aspetto posso affermare che, come Capo Dipartimento delle Politiche Internazionali e di Mercato, mi sono occupato di Pesca, ho seguito i lavori del Consiglio Europeo della Pesca, ho seguito la negoziazione di molti dossier e che in gran parte delle circostanze ho osservato come e sacche di pesca illegale, o i ritardi nelle applicazioni previste dalla programmazione comunitaria, abbiano penalizzato la pesca italiana nel suo insieme. Per questa ragione, condivido quanto emerge dal lavoro dei vari autori di questo libro, che può essere sintetizzato nella necessità di un impegno nuovo per una pesca italiana competitiva e più credibile in Europa, modello di riferimento nel Mediterraneo. Si tratta di un compito arduo, anche perché si sono accumulati molti ritardi che, per essere colmati, richiedono l'impegno costruttivo dei molti attori. nI alcuni capitoli del libro emerge come la pesca italiana sia regolata da norme che prevedono una attiva partecipazione delle Associazioni della Pesca, dei Sindacati del mondo della ricerca e di come questi attori debbano assumere nuove visioni e nuove funzioni coerenti appunto con quanto l'Europa, di cui siamo protagonisti, ci chiede. Lo stato delle risorse biologiche dei mari, per lo più sovrasfruttate, l'esigenza di attuare politiche per la conservazione della biodiversità in ecosistemi marini integri, l'esigenza di contenere al spesa pubblica sono tutte condizioni che chiedono alla pesca italiana di rinnovarsi, per garantire un futuro a questa attività economica di grande rilevanza sociale. Altro tema ricorrente nel libro è quello della costruzione di regole comuni nel Mediterraneo. lI libro, oltre a presentare gli aspetti di politica internazionale della pesca e le organizzazioni internazionali preposte alla esecuzione delle politiche settoriali, descrive l'impegno italiano per la pesca responsabile nella regione mediterranea, ricordandoci che l'Italia in questo campo si è spesa enormemente. Credo che questo impegno sia da capitalizzare al meglio nel rispetto degli investimenti e del lavoro fin qui fatto. Da "Lo stato della pesca e dell'acquacoltura nei mari italiani" emerge che l'Italia ha supportato molti progetti multi e bilaterali per la pesca in Mediterraneo, basti ricordare AdriaMed e MedSudMed eseguiti dalla FAO per l'Adriatico e li Canale di Sicilia. Gli obiettivi principali di questi progetti sono la creazione di un sistema comune di raccolta dei dati, lo scambio di ricercatori, al facilitazione dell'incontro tra Associazioni di produttori, proprio per costruire regole comuni che siano rispettate. Sul piano istituzionale esistono gli strumenti per scrivere regole comuni per la pesca nei nostri mari, mi riferisco alla CGPM, Commissione Generale per al Pesca nel Mediterraneo, che l'Italia ospita, coerentemente con al consolidata tradizione di essere sede delle più importanti organizzazioni internazionali per l'alimentazione, quali la FAO e l'IFAD. Nel ringraziare i molti autori che hanno contribuito alla realizzazione di questi libro, sottolineo l'importanza che li Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali assegna ala pesca e all'acquacoltura come settori strategici dell'economia primaria. Identifico questo libro come uno strumento che ci consenta di far conoscere meglio al pesca italiana in Europa e nel mondo, attraverso l'edizione tradotta in lingua inglese.
Ean / Isbn
978880000540
Pagine
900
Data pubblicazione
01/12/2011