La vicenda dei popoli mediterranei raccontata da prospettive inusuali. È la ricerca, pluridisciplinare, di nuovi paradigmi storiografici, che sottopongono a una serrata ricognizione un Mediterraneo dagli orizzonti aperti, mosso da progetti di civilizzazione e culture, materiali e intellettuali, che hanno esercitato spinte e influenze decisive nella storia umana. E sull’onda di questo inizio fecondo che si colloca l’uscita del secondo volume dell’opera, dedicato a Popoli, culture e scoperte dal tardo Medioevo al 1870. In questo nuovo libro, di circa 500 pagine, che si dipana dalle fratture storiche che aprirono alla modernità, vengono passate al vaglio aspetti determinanti di questo periodo lungo, con un serrato scandaglio di aspetti spesso scarsamente presenti negli esiti delle storiografie novecentesche. Si pensi ai rapporti tortuosi ma spesso anche fecondi tra mondi religiosi, alle zone d’ombra e di mediazione nei rapporti tra Occidente e Oriente, alle comunicazioni travagliate e tuttavia non secondari tra l’Europa e la sponda africana. Si pensi, poi, alle vicissitudini delle tecniche nautiche, dalla bussola alla macchina a vapore, passando per l’àncora, e ai modi in cui l’Europa occidentale, dopo le grandi scoperte del XV e XVI secolo, andò inventando, modellando e stabilizzando le «sue» Americhe. Si tratta in sostanza di percorsi obliqui, ricchi di prospettiva, che tendono a slargare l’orizzonte degli studi, con il contributo di un team di storici e archeologi di profilo altissimo, di vari Paesi.
Data pubblicazione
30/03/2019