«Ahi genovesi uomini diversi…»: ancor oggi i celebri versi danteschi (Inf. XXXIII, 151) sono i più adatti a illustrare il giudizio che, con toni variamente sfumati, accompagna la storia dei Genovesi in tutte le età. Nato alla fine dell’XI secolo tra le Alpi e il Tevere, il Comune italiano, che ha fatto dell’economia di mercato l’asse delle sue scelte politiche, ha portato molte città non solo a conquistare una sovranità di fatto e a formare Stati regionali, ma a modificare le forme di partecipazione sociale. Nessun Comune però ha scommesso con la stessa determinazione di Genova sul valore sovvertitore del denaro e dell’accumulo di capitale, sulla libertà d’azione del privato, dell’individuo e del grande gruppo familiare inteso come un’azienda da diramare nel mondo. La fede nella libertà e nella città-repubblica sono componenti essenziali della società genovese di ogni tempo.
Data pubblicazione
04/11/2019