Questo saggio è un’indagine su Iperborea, Atlantide, Lemuria e Mu, effettuata comparando in modo incrociato tre cronologie (storico-archeologica, climatologica e megalitica), inerenti il periodo compreso tra la fine del Paleolitico e l’era moderna. Dopo aver localizzato i siti degli antichi continenti scomparsi tramite le foto satellitari, e grazie alla ricostruzione del passato storico e dei cambiamenti climatici avvenuti soprattutto a partire dal rapido spostamento dei poli terrestri dell’XI millennio a.C., vengono dedotte le molte migrazioni dei popoli antidiluviani e le loro ripercussioni sulle comunità dei continenti tuttora emersi, tra le quali figurano anche i Popoli del Mare. Per giungere a considerazioni altamente probabili, l’autore si è avvalso di discipline quali l’antropologia, la mitologia, le religioni comparate, la geologia, l’astronomia, la psicologia, la sociologia, la linguistica e la genetica. Un ruolo importantissimo hanno avuto le scoperte scientifiche effettuate nel primo decennio del XXI secolo, poiché hanno riempito cospicue lacune lasciate dalle ricerche precedenti. Il risultato è un viaggio nel passato che risponde a molte domande irrisolte della storiografia ufficiale, spiegando ad esempio perché l’agricoltura è apparsa in una forma già evoluta e com’è stato possibile che in certi luoghi del pianeta molto distanti tra loro, a volte separati addirittura dagli oceani, siano comparse medesime forme artistiche, architettoniche e mitologiche (come la ceramica cordata, certi segni di scrittura, il megalitismo, le piramidi, la leggenda dei Sette Saggi e la figura dell’uomopesce).
Data pubblicazione
05/05/2014