Tutte le isole del Mediterraneo hanno conosciuto nella storia, più della terraferma che potevano distinguere all’orizzonte, vicende politiche ed economiche particolarmente difficili e complicate. Come è noto, la repubblica di Pisa fu la prima, a partire dal Medioevo a controllare per due secoli la Corsica; fu poi soppiantata da un ben più lungo dominio genovese. La Toscana continuò anche durante la dominazione genovese ad essere presente nella vita corsa. Era d’altronde la terraferma più vicina, con solo ottanta chilometri a dividerle e con l’ausilio del “trampolino” costituito dall’Elba. Quello che emerge dalla presente pubblicazione è un Mediterraneo visto come un polmone necessario al respiro della sua gente; un polmone che dà ossigeno in prevalenza alla vita umana, ora all’una ora all’altra sponda, tra Corsica e terraferma, in questo caso tra Corsica e Maremma o tra Toscana e Corsica. Nei secoli dell’età moderna fu la Maremma disabitata ed incolta, ricca di terre comuni, di potenzialità produttive anche se malsana e malarica, ad attirare i lavoranti corsi nelle sue campagne, incoraggiati a stabilirvisi da una politica di popolamento. Arrivarono anche mercanti, si formarono comunità corse che si integrarono localmente, si crearono fortune. Diversi secoli dopo la storia dei flussi si capovolge. Dal periodo francese in poi, e soprattutto tra Otto e Novecento, le migrazioni stagionali vanno dai monti della Toscana alla Maremma, ma anche alla Corsica Accanto a chi emigrava dalla Toscana alla Corsica per cercare lavoro, sotto il fascismo si inserì anche il fenomeno di fuorusciti per motivi politici. Il flusso fra Toscana e Corsica, con le navi che partivano da Livorno, è stato uno dei tanti movimenti migratori attraverso il nostro mare. Ci sono ora nuove navi nel Mediterraneo. Noi dovremmo avere la saggezza della conoscenza al riguardo.
Data pubblicazione
01/10/2009