Forse per la prima volta, agli esordi della nostra educazione, ci imbattiamo nei mostri marini quando, come attesta la Bibbia, Giona è inghiottito da un «grosso» pesce e appare a Giobbe il leviatano. Se lo scrittore statunitense Herman Melville (1819-1891), autoproclamatosi un'autorità in fatto di mostri marini, ha sostenuto che «(...) in molte antiche cronache, balene e draghi sono stranamente accozzati assieme e spesso stanno le une per gli altri», il criptozoologo franco-belga Bemard Heuvelllmans (1916-2001) ha tentato invano di identificare il leviatano con «un serpente, un coccodrillo, una balena, un grande pesce, un drago(... )». Ma, qualsiasi cosa fossero o vogliamo che siano, il pesce di Giona e il leviatano di Giobbe, è indiscutibile che nei mari vivevano e vivono animali molto grandi e, all'apparenza, minacciosi. L'incontro con una balenottera azzurra (Balaenoptera musculus), che con i suoi trenta metri di lunghezza e il suo peso di oltre cento tonnellate è ritenuto il più grande animale mai vissuto sulla Terra, doveva risultare tanto sbalorditivo quanto indimenticabile e potenzialmente anche pauroso e pericoloso per i nostri antichi navigatori, che di solito viaggiavano su legni più corti del cetaceo.