Due fratelli vissuti all’ombra della morte atroce del padre, una madre impazzita dal dolore, un feroce omicidio: questi gli ingredienti di uno strepitoso Simenon. « Pierre è tutto forza, muscoli, salute. Charles è il cervello della famiglia! » diceva la gente. Tant’è che se Pierre aveva preso il brevetto di capitano era stato solo grazie all’aiuto di Charles. Eppure, dei gemelli Canut, tutti preferivano Pierre, « Pierre, che viveva appieno la vita! Pierre che era bello, che era forte! Pierre, che sorrideva sereno scrutando l’orizzonte e ispirava una fiducia immediata, una simpatia immediata! ». Mentre Charles, che era debole di petto e, non potendo imbarcarsi come la maggior parte degli uomini di Fécamp, lavora- va al deposito merci della stazione ferroviaria, rimaneva in disparte. Per di più, era uno che « temeva sempre di offendere le persone, di dar loro un dispiacere », che si scusava di continuo – e soprattutto « aveva bisogno di sentirsi indispensabile agli altri ». Così, quando Pier- re viene arrestato con l’accusa di aver ucciso l’ultimo dei superstiti del naufragio in cui suo padre, trent’anni prima, ha perso la vita in circostanze misteriose (si sospetta un caso di antropofagia), Charles deciderà di « sbarazzarsi di quel Canut timido e dimesso che era sempre stato » e di dimostrare a tutti di che cosa è capace: sarà lui a smascherare l’assassino e a salvare il fratello! Ma nessuno come Simenon sa che non ci si sottrae al proprio daimon, e che gli dèi si divertono a vanificare ogni nostro sforzo.
Data pubblicazione
06/06/2020