Questo libro è costituito dal montaggio di brevi storie viste tutte dalla prospettiva di un ragazzino, Cik, che ha,certo, come è stato detto, qualcosa di Tom Sawyer , ma il cui sguardo è forse ancora più originale e spiazzante. Cik -come Tom- vive con una zia , piuttosto presa dalle proprie storie di gioventù, fra cui una turbolenta storia d'amore con un console persiano, e con il fratello di lei, lo zio Kolja, che è matto, ma dolcissimo e mite. Il punto di vista da cui Cik guarda le cose è assolutamente straniato. Cik osserva il mondo degli adulti ( e per la verità anche quello dei coetanei che posano ad adulti, dei bulli prepotenti o violenti) ponendosi decisamente dall'esterno, quasi studiandolo come un testo attraversato da regole imperscrutabili o senza senso, che però, opportunamente sfruttate, possono consentirgli di trovare le scappatoie per schivare divieti e andare al mare, a una fiera, o a rubare la frutta su un albero. Si tratta a volte di divieti cavillosi: gli adulti gli proibiscono di arrampicarsi per gioco sugli alberi da frutta, perché è pericoloso, ma lo mandano a cogliere la frutta sugli stessi alberi quando serve per il pranzo. Cik lo trova veramente assurdo. I poliziotti intervengono quando Cik e il nonno portano la mucca a pascolare nei prati del paese, perché è vietato dalla legge, ma sono del tutto incapaci di spiegare con coerenza perché sia consentito possedere una mucca, ma poi vietato farla pascolare. E su questa incongruenza Cik si arrovella per alcune pagine, decisamente esilaranti. Altre volte è questione di approfittare della vanità o delle debolezze degli adulti e di aspettare per esempio che la zia sia felicemente immersa nella rievocazione della sua relazione col console persiano, per carpirle il permesso di andare al mare.
Data pubblicazione
01/01/1988