Topografia e storia delle isole di Ischia, Ponza, Ventotene, Procida, Nisida

e di Capo Miseno e Monte Posillipo con 42 tavole

Topografia e storia delle isole di Ischia, Ponza, Ventotene, Procida, Nisida

e di Capo Miseno e Monte Posillipo con 42 tavole

Haller Conrad


  • Disponibile in 48 ore
  • Possibilità di reso entro 10 giorni lavorativi
  • Transazione sicura con carta di credito, Paypal o bonifico bancario
  • Spedizione tracciata con SDA

€ 30,00
Prossimo a partire da Ischia, il misterioso Ultramontano, autore di questa sorta di Baedeker avanti lettera, così esprime la propria affettuosa preferenza per l'"isola del silenzio": «Ritornati al Borgo d'Ischia, non ci resta che dire addio all'isola ed ai suoi abitanti. Lo facciamo malvolentieri, e sarebbe adesso troppo tardi cercare di nascondere quella certa parzialità che abbiamo nei confronti d'Ischia. Questa preferenza ci sarà forse perdonata da chiunque abbia avuto l'occasione di apprezzare, al pari di noi, le attrattive di un soggiorno alquanto prolungato in questa isola incantevole». A tal punto è stata dall'Editore perdonata tale preferenza, che egli stesso l'ha adottata nel frontespizio conferendo al nome di Ischia quella maggiore, indubbia importanza che essa dimostra, nei rispetti delle altre isole e dei promontori descritti, nell'economia globale di questo libro. Pur tuttavia, la descrizione delle altre isole non soffre e non è appiattita da una tale supremazia: essa è sempre ugualmente puntuale, precisa ed esauriente, sicché alla fine, per ogni luogo rappresentato non resta nulla da aggiungere o da scoprire: tutto è stato visitato e sperimentato accuratamente dall'Ultramontano. Questo libro non ha nulla in comune con i vari (e sono tanti) resoconti o ricordi di viaggi in Italia. Non a caso ho prima menzionato i Baedeker, guide turistiche cominciate a pubblicarsi dal 1836 e famose per la loro esattezza e praticità. Non si tratta di ricordi, di impressioni, di emozioni, ma di osservazioni e di riferimenti storici e scientifici. Mancano qui le consuete descrizioni della infinita folla agitata dei Napoletani, dell'assedio dei mendicanti, dei lazzari ormai scomparsi. Vi sono solamente isolani operosi, intenti alle colture o marinai coraggiosi. Se Ischia è l'isola del silenzio (principalmente per l'assenza di carriaggi), Procida, Ponza e Ventotene lo sono ugualmente. E proprio nei capitoli dedicati a queste isole che l'uomo venuto dal di là delle montagne mette in mostra interesse e competenza per tutto quello che riguarda il mare, ed è qui che troviamo originalità e singolarità nel racconto. Le eruzioni, le sorgenti termali, le vigne, i frutteti, gli stupendi panorami: tutto ciò è stato detto e ridetto da tanti altri viaggiatori con varia efficacia, ed in ciò anche il Nostro eccelle, ma i racconti del mare sono quelli più nuovi e singolari. A parte la maestria marinaresca nel descrivere le caratteristiche dei venti, soprattutto quelli del sud, affascinante è, ad esempio, il racconto della mattanza dei tonni nella tonnara, che ancora, ricordo, esisteva sotto Monte Vico, nei primi anni cinquanta. Le guerre recenti sembrano lontane e le prossime (tanto vicine) non si sospetta nemmeno che lo siano. Solo, vengono ricordate, con orrore, le scorrerie dei pirati barbareschi e viene rievocata la singolare istituzione della "colonna del riscatto", associazione tra famiglie ricche e povere di marinai di Procida per provvedere al riscatto degli sventurati fatti prigionieri dai pirati. Contro lo sbarco dei pirati, apprendiamo, Ponza fu ripopolata con colonie di marinai di Torre del Greco, incentivate dal re Ferdinando I a stabilirvisi. I Torresi, infatti, erano conosciuti come coraggiosi marinai, come i Baresi che, a bordo delle loro paranzelle, partendo dal loro paese, circumnavigavano tutte le coste del Regno di Napoli per giungere, sempre pescando, sino al golfo di Gaeta ed anche oltre, per virare poi di bordo e ritornarsene in Puglia. Essi venivano considerati la gente di mare più ardita ed intrepida, e soprannominati: i nomadi del mare. Apprendiamo inoltre della pesca delle pomici e della raccolta del petrolio che, da sorgenti sottomarine, emergeva in superficie per essere assorbito poi con le pomici stesse. Ma, della narrazione del viaggio da Ischia a Procida, il mare è protagonista assoluto: il senso di isolamento che assale il navigante di fronte all'immensità del "deserto acquatico", il calare su di esso delle ombre della notte, il rumore sordo delle onde che battono sui fianchi della barca... Finalmente il sorgere del sole sul mare! L'astro del giorno che esce all'improvviso dalle onde per illuminare di colpo la superficie immensa. Il chiaro di luna, poi, così brillante ed argenteo nei paesi meridionali, regala sensazioni ancor più gradevoli con la stupenda fascia luminosa distesa sul liquido pavimento. L'Ultramontano è diventato un poeta del mare! Un uguale lirismo permea la descrizione del vallone di San Montano, uno dei luoghi più fascinosi fra quanti ve ne sono nell'isola d'Ischia. Questo luogo era rima-sto, ancora fino all'immediato dopoguerra, così come l'aveva visto l'Autore: non vi si poteva arrivare che attraverso un piccolo viottolo e, naturalmente, per mare entrando in un fiordo dall'acqua calma e cristallina, in fondo al quale una spiaggia bionda già invitava alla calma ed al raccoglimento. Oggi vi si arriva in automobile, ha un nome esotico e vi si fanno spettacoli musicali: addio tranquillità e pace promesse dall’Ultramontano! V'è da rammaricarsi che l'Autore (sappiamo solo che il suo nome era Conrad Haller, cognome di una nota famiglia di Berna cui forse egli apparteneva, da cui il soprannome di Ultramontano) non abbia mantenuto la promessa di una seconda parte dell'opera, dedicata all'isola di Capri "ed a tutta la vicina penisola dalla Punta della Minerva fino a La Cava", pur dichiarando di avere materiale più che sufficiente per riempire un secondo volume. Per questo abbiamo definito l'ultramontano: misterioso. Viene dal nulla ("se questo primo tentativo...") e, lasciando il lettore "in attesa di poterlo condurre a Capri e ad Amalfi" non si fa più vivo: che cosa gli sarà accaduto? Peccato davvero! Dalla nota introduttiva del traduttore Antonio Tommaselli
Autore
Ean / Isbn
978883206373
Pagine
166
Data pubblicazione
04/11/2005