Ogni partenza racchiude in sé una ricerca, ogni viaggio è essenzialmente mitico. La corsa all'oro, la ricerca delle spezie o della seta non furono tuttavia l'unica spinta che indusse i navigatori su impervie e avventurose rotte. Le narrazioni dei peripli fantasmatici compiuti da Giasone, Eracle e molti altri eroi, riguardo alla spinta ideale che li mosse, sono certamente più esplicite di qualsiasi diario di bordo burocraticamente compilato da un comandante di nave. Suggeriscono invero che la mèta sottintesa degli uomini che vanno per mare, siano essi concreti mercanti, o curiosi turisti, è, in immagine mitica, la segreta nostalgia di un Paradiso, sigillata nelle metafore poetiche delle Indie, delle Esperidi, del Vello d'oro, del Santo Sepolcro, luoghi primordiali e inaccessibili delle nostre origini. In ogni viaggiatore, fors'anche inconsciamente, si celerebbe quindi uno scrutatore di infinito. Jacques Bril, «viaggiando» attorno alle Navigazioni immaginarie di San Brendano, monaco irlandese del sesto secolo, evoca, illustrandoli, i peripli intimi dell'uomo alla ricerca della propria iniziazione e completezza spirituale.
Data pubblicazione
01/01/1993