Jack Nastyface, ovvero il marinaio per antonomasia (Jack), ma in più amareggiato, scorbutico, considerato pigro e impostore, in altri termini un ribelle (Nastyface). Il libro racconta la vita quotidiana, disperata e crudele per molti versi, dei marinai a bordo delle navi inglesi tra il 1805 e il 1811, dalle battaglie cui parteciparono, alla durezza con cui venivano trattati. Testimone di tutto ciò è questo fantomatico Jack Nastyface, che altri non è se non l’autore stesso. Dunque, più di un racconto, ma una cronaca fedele di fatti e atteggiamenti che resero in quegli anni la Royal Navy padrona dei mari. Perché, al di là della durezza della vita marinara e delle critiche a certi ufficiali, non viene mai meno in Jack-William l’orgoglio di aver fatto parte della flotta inglese. Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1836, fece scandalo, vuoi perché a raccontare le nobili gesta della Marina britannica era un semplice Jack, vuoi perché, come era negli intenti dell’autore, venivano portati a conoscenza del grande pubblico i metodi durissimi con cui gli ufficiali governavano una nave. Nell’ultima parte, l’autore descrive le punizioni; di fronte alla brutalità non deve stupire che molti disertassero, rischiando la vita se ripresi: non a caso davano false generalità al momento dell’arruolamento, il più delle volte forzato. Jack scelse liberamente, ma appena a bordo della nave caserma si accorse di dover “dire addio alla sua libertà di parola e di azione”. Completano e arricchiscono il racconto illustrazioni che restituiscono in chiave moderna l’iconografia del tempo.
Data pubblicazione
01/09/2006