Il fascino opulento, sensuale e pigro delle odalische non c’è più, ma la Turchia resta un luogo di ineffabile seduzione. Fin dall’antichità, molti si sono spinti sulle coste del “mare color vino” cantato da Omero, moltissimi vi ritornano per scoprire, ogni volta, un angolo incantato, un villaggio intatto dove l’ospitalità regna sovrana, un piccolo tesoro archeologico. Da Istanbul, la città tra due continenti dove la tradizione convive da secoli con la spinta verso la modernità, alle coste, paradiso dei velisti, ai sentieri che invitano verso l’interno (un susseguirsi quasi senza fine di sorprese), un viaggio in Turchia offre continui spunti di riflessione sui destini della civiltà, continue occasioni di meraviglia per gli occhi e per lo spirito. E oltre le statue monumentali di Nemrut Dagi, le rovine di Troia, i tesori del Topkapi, c’è tutto un popolo da scoprire: le donne, non più principesse prigioniere ma capaci di entrare da protagoniste nella vita politica e sociale, i pescatori con un sorriso sempre pronto, i contadini della Cappadocia che offrono ai visitatori occasionali una gustosa pide con burro fresco. E occhi neri come il cielo notturno che guardano verso il futuro, invitandoci a scoprire i loro pensieri, a conoscere il loro Paese, con ammirazione, ma soprattutto con rispetto.
Data pubblicazione
01/01/2007