Eroe dai molti nomi, dalle molte identità, duttile, versatile, ambiguo, multiforme, non scolpito a grandi tratti, una volta per tutte, come Achille, ma plasmato e plasmabile di volta in volta, secondo le circostanze, posto sotto il segno della complessità, capace di inventare e di inventarsi, Ulisse sembra veramente poter coprire l’intera gamma delle possibilità fra due opposti, e avere tante individualità quante sono le forme dell’esistenza umana. È ognuno e ciascuno, o nessuno. E in quanto tale intraprenderà, dopo Omero, l’ultimo e più straordinario dei suoi viaggi: quello, senza fine e senza orizzonte, nella dilatata dimensione del mondo, attraverso i secoli e le culture più disparate, sempre pronto a mutare fisionomia e identità, aperto a ogni possibile metamorfosi. Potrà assumere, senza mai perdere la coerenza con se stesso, le sembianze dell’agente di commercio Leopold Bloom, "uomo comune mitico" (Ezra Pound) peregrinante per le vie di Dublino il 16 giugno 1904, o del nocchiero semplice della fu Regia Marina Italiana ’Ndrja Cambrìa, reduce dopo l’8 settembre nel proprio paese devastato dalla guerra, nei pressi di Cariddi, o dell’astronauta David Bowman lanciato nel folle volo dentro i misteri del cosmo e le angosce della civiltà tecnologica, o del regista A.(nghelòpoulos) vagante tra gli orrori balcanici: sempre rimanendo l’Ulisse cantato da Omero. E il poema di Ulisse, intessuto di realtà e immaginazione, verità e falsità, natura e trascendenza, umanità e mostruosità, civiltà e barbarie, prodigi e quotidianità, apparirà come una immortale metafora della condizione mortale dell’uomo. Di questo viaggio senza fine, nel tempo e nello spazio, questo volume illumina alcune significative stazioni, antiche e moderne.
Data pubblicazione
01/12/2003