Restando lì seduti ad ammirare le foto della CG36500 appese alle pareti ci si chiede: 'Ma come ha fatto questa barchetta a salvare tutte queste vite?'. La risposta va cercata non soltanto nell'agilità della motonave, ma anche nel coraggio dei quattro giovani che la guidarono. 18 febbraio 1952. Al largo di Cape Cod, istmo di terra non lontano da Boston sulla costa orientale degli Stati Uniti, la più furiosa delle tempeste strapazza il creato: mitragliate d'aria gelida e neve a 70 nodi violentano i cieli, onde alte come catene montuose sconvolgono il mare. Nel mezzo di quell'inferno, a poca distanza l'uno dall'altro, due spaventosi boati annunciano l'inizio di una tragedia. Due petroliere in navigazione, la Pendleton e la Fort Mercer, si sono spezzate a metà. I due giganti dell'oceano vagano mutilati in una deriva incontrollabile, al centro della clamorosa bufera. Dentro ciò che rimane degli scafi, gli equipaggi sopravvissuti toccano con mano il terrore più assoluto: sparire nelle spaventose fauci delle profondità marine. Per molti di loro sarà la fine. Per altri, nati sotto una migliore stella, l'inizio di un'avventura inimmaginabile, in cui terrore, morte, forza, coraggio, fortuna e abilità si mescolano incredibilmente. L'ultima tempesta narra in modo coinvolgente la storia dell'impossibile salvataggio compiuto dagli uomini della Coast Guard statunitense. Gli autori ricostruiscono l'insieme di azioni ed emozioni vissute dai salvati – alla fine saranno trentadue – e dai salvatori, quattro giovani e incoscienti eroi che condussero gli undici metri della motonave d'ordinanza nel punto più pericoloso dell'oceano impazzito per adempiere al proprio dovere. Un libro splendido e mozzafiato, che è anche un tributo all'intelligenza e all'audacia dell'uomo, e che ci ricorda che "la Natura si conquista solo obbedendole".
Data pubblicazione
08/03/2016