Il 25 Maggio 1928 l’equipaggio del Dirigibile Italia comandato dal Generale Umberto Nobile, precipita sulla banchisa Artica a un centinaio di chilometri a nord delle isole Svalbard, mentre stava tornando da una spedizione al Polo Nord. Nobile e gli altri sopravvissuti riescono a resistere quasi cinquanta giorni in un deserto di ghiaccio: malati, affamati e sull’orlo della follia, aspettando i soccorsi o tentando di raggiungere la terraferma a piedi. Gli occhi del mondo intero sono puntati sul tratto di mare ghiacciato in cui si sono perse le tracce del dirigibile, e numerose spedizioni partono alla ricerca dei sopravvissuti. Il 18 giugno, 20 giorni dopo la tragedia, parte anche Roald Amundsen, il grande eroe polare norvegese, che a bordo del dirigibile Norge aveva compiuto la prima trasvolata artica insieme a Nobile, nel 1926. È l’inizio della più grande, spettacolare e tragica azione di salvataggio nella storia delle esplorazioni polari, in cui Amundsen troverà la morte, a soli 56 anni. In quegli anni aveva iniziato ad avere problemi finanziari, le sue ultime spedizioni erano state pesantemente criticate, la sua reputazione sbiadita. Forse la sua azione di salvataggio era semplicemente necessaria per riabilitarsi agli occhi del pubblico. Ma la spedizione era scarsamente attrezzata e mal organizzata. Amundsen si rendeva conto del rischio che stava correndo? E cosa è successo all’aereo e all’equipaggio a bordo? Ne L’ultimo viaggio di Amundsen Monica Kristensen investe la sua abilità di narratrice nella materia che conosce meglio, ovvero la storia dell’Artico e delle esplorazioni polari e, basandosi su fonti e documenti inediti, propone la sua interpretazione di una vicenda su cui è stato scritto molto e ci regala un ritratto nitido, feroce e commovente del grande eroe norvegese.
Data pubblicazione
17/04/2019