Frammenti di storia, vita e amore. Spesso si immagina Venezia come l’isola di Rialto e San Marco, anzi ormai neppure si pensa ad essa come un’isola, da quando a metà Ottocento gli austriaci l’hanno collegata alla terraferma con il lungo Ponte della libertà. In realtà fino a quando Venezia è stata capitale di un vasto impero marittimo le isole che la circondano ne erano un’estensione naturale, in cui si svolgevano attività economiche, religiose e sociali importantissime. Le celeberrime vetrerie di Murano furono portate sull’isola per evitare che Venezia andasse in fumo a causa di un incendio, e il loro ritorno economico era tanto importante che la Serenissima aveva proibito ai vetrai di trasferirsi all’estero. Alcune delle isole della laguna erano poi usate per ospitare i molti pellegrini diretti in Terrasanta, stranieri che avrebbero viaggiato su navi veneziane pagando il passaggio, mentre moltissime altre erano sede di conventi e monasteri. I primi monaci a stabilirsi in laguna furono i benedettini, che svilupparono in seguito legami fortissimi con la repubblica di San Marco, tanto che era proprio nella loro chiesa di San Nicolò del Lido che il doge celebrava la funzione legata allo sposalizio del mare. In alcuni casi le isole furono usate per la quarantena delle merci e degli uomini provenienti da terre lontane, ricche di spezie ma anche di malattie terribili, ed è proprio nella laguna veneta che sorse il primo lazzaretto della storia.
Data pubblicazione
01/03/2008