Un contributo essenziale alla costituzione di una letteratura di viaggi è dato dalle avvincenti relazioni di naufragio di navi portoghesi che tra Cinque e Seicento salpavano da porti indiani stivate di carichi preziosi - spezie, gemme, splendidi panni di Cambaia - e che in vista del Capo di Buona Speranza venivano colte da furiose tempeste di cielo e di mare e finivano con lo schiantarsi contro le coste africane. La peregrinazione degli scampati in una terra ostile, abitata da "barbare genti", è una lunga via crucis, ritmata ossessivamente da fame, sete, freddo notturno, calore diurno, agguati di fiere e di indigeni, stremante attraversamento di fiumi, valli, pantani, foreste. Drasticamente selezionati, in modo più o meno naturale, ben pochi sono coloro che giungono a salvazione. Sulla base delle loro testimonianze vengono redatti, in una prosa fiorita ed efficace, i resoconti delle sciagure patite dai vascelli portoghesi sulla nuova rotta per le Indie: testi affascinanti, che costituiscono la prima espressione di una letteratura tipicamente marinara.
Data pubblicazione
04/11/2002