Il resoconto della missione di Ruy González de Clavijo, scritto al ritorno in Spagna, è un documento storico di notevole importanza e, per il lettore moderno, una straordinaria avventura di viaggio. Lungo un percorso di oltre 20.000 km, tra andata e ritorno, per mare e per terra, vengono descritti con ricchezza di particolari ambienti, personaggi e fatti dei luoghi toccati nelle varie tappe. Nella tratta mediterranea il lettore viene inizialmente portato da Cadice – dove Clavijo s’imbarca il 21 maggio 1403 – alla costa italiana, attraverso le Baleari, le Bocche di Bonifacio, Ponza. Dopo uno scalo a Gaeta il percorso si dirige, passando per Ischia e Capri, verso le isole Eolie – con la descrizione dell’eruzione dello Stromboli – e Messina. Da qui prosegue per il Peloponneso, Rodi, Chio, Costantinopoli e, dopo una sosta di tre mesi nella capitale bizantina per svernare, Trebisonda sul Mar Nero. Da Trebisonda inizia la marcia via terra, lungo la Via della Seta. Clavijo costeggia il monte Ararat, attraversa l’Armenia e la Persia, toccando Soltaniyè, Teheran, Nishapur, valica i deserti del Turkménistan meridionale, e infine l’8 settembre 1404, un anno e mezzo dopo la sua partenza, arriva a Samarcanda, da cui, dopo una sosta di due mesi e mezzo, inizia il viaggio di ritorno. In un mondo in conflitto e denso di pericoli, il lettore rimane sorpreso dall’intensità dei traffici commerciali, dalla natura e la qualità dei prodotti scambiati per migliaia di chilometri, dalla presenza dei mercantili genovesi e veneziani nei porti più lontani del Mar Nero, dalle carovane di centinaia di cammelli sulla Via della Seta che collegavano l’Occidente alla Cina, scambiando non solo merci, ma anche idee, culture, lingue. In questo quadro spicca la figura del “grande signore Timur Beg”, il Tamerlano. Conquistatore spietato e crudele, creatore di un immenso impero nell’Asia centrale, ma nello stesso tempo grande mecenate, promotore di studi storici e filosofici, ospite cortese e generoso, dotato, nonostante l’infermità e l’età avanzata, di un’instancabile curiosità intellettuale.