Meno celebre dei suoi contemporanei, ma non per questo inferiore per importanza, come lui esploratori dell'ideale e del concreto, che, sull'onda del positivismo, si dedicarono a «compilare» il catalogo del mondo - le terre, i ghiacci, gli animali, la botanica - Giacomo Bove (1852-1887) si lanciò nel mito della scoperta. Il suo Viaggio alla Terra del Fuoco, compiuto nel 1883 con la nave «Vega», diventa la saga illusoria di possedere, vedendoli, tutti i panorami della terra. La spedizione alla Terra del Fuoco, luogo ove nel sogno scientifico avrebbero dovuto ingorgarsi tutti i segreti, consente a Bove la minuzia narrativa, cioè la documentazione esasperata fin del più trascurabile particola-re, trasformando la relazione - appunto il Viaggio alla Terra del Fuoco - in un racconto visionario ove l'eccesso della citazione e dei riferimenti crea il delirio, la babele del mondo che il positivismo testardo dell'esploratore cerca affannosamente di svelare.
Data pubblicazione
01/01/1992