Tra la fine del X e l’inizio del XII secolo d.C., gran parte delle terre europee e nordamericane furono interessate dal più rimarchevole innalzamento della temperatura registrato in epoca post-glaciale. Tale situazione, chiamata dagli scienziati “optimum climatico medioevale” o Mediaeval Warm Period (PCM) favorì non soltanto la ripresa della vita economica e culturale del Continente, ma indusse anche popoli navigatori, come i Vichinghi, a spingere le loro piccole navi in pieno Oceano Atlantico settentrionale e verso il Circolo Polare Artico. I Vichinghi in America Studiare i complessi rapporti tra il Clima e la Storia è certamente un impegno affascinante, anche se molto delicato. Anche perché se è vero che ogni determinismo climatico risulta ragionevolmente improponibile – ritenere, cioè, che le variazioni climatiche possano automaticamente determinare mutamenti storici – è però necessario reputare le fluttuazioni delle temperature quali elementi sostanziali per una più profonda comprensione dei fenomeni storici. Nel rapporto tra mutazioni climatiche medioevali e culture umane, nella fattispecie quella nordica scandinava, fu il popolo vichingo a sfruttare meglio e per primo l’‘optimum climatico’ medioevale e a dare un prezioso apporto allo sviluppo dell’Europa.
Data pubblicazione
10/10/2015