Sono pochi i fotografi naturalisti o gli amanti di questo genere fotografico a non conoscere il Wildlife Photographer of the Year. Oltre alla competizione vera e propria, cuore dell'iniziativa, il concorso si prefigge molto di più. Dalla sua prima edizione nel 1965, ha incoraggiato la creatività nella visione fotografica premiando gli autori dei migliori scatti della natura, così come l'utilizzo di queste immagini per promuovere l'ambiente, la sua tutela e la sua importanza vitale per tutti noi. Il ciclo annuale inizia in ottobre con la pubblicazione del bando rivolto a chiunque (professionisti e non, giovani e anziani). La partecipazione è gratuita per i minori di 18 anni o per chi proviene da uno degli oltre cinquanta paesi in cui la tassa d'iscrizione potrebbe essere un costo proibitivo; le regole sono disponibili in quindici lingue. Sedici sono le categorie, che coprono il mondo naturale e il rapporto con l'uomo; alcune di esse e un premio speciale sono riservati ai giovani. Quest'anno si è avuto un aumento delle domande (forse un effetto post-pandemia) con 49.957 scatti da novantacinque paesi e circa trenta paesi rappresentati nelle cento immagini finaliste. Tutte le immagini sono digitali e vengono giudicate in gennaio e febbraio da una giuria internazionale esperta in tecniche fotografiche, prospettive e storia naturale. I giurati non conoscono identità, genere o nazionalità dei fotografi. Di fatto i nomi dei vincitori sono resi noti soltanto in autunno. Le prime selezioni avvengono a distanza, in base a estetica, originalità e impatto visivo-narrativo. La fase finale prevede l'incontro dei giurati a Londra per una settimana di discussioni e considerazioni etiche ispirate al mantra "rispecchia la verità della natura?". Viene valutata l'autenticità per garantire che le immagini non siano state manipolate o elaborate in modo non consentito dal severo regolamento. La fase successiva è la raccolta delle storie, che possono riguardare la creazione delle immagini, la scoperta di un comportamento straordinario o antefatti legati alla tutela. Su di esse si costruisce l'enorme campagna pubblicitaria, che inizia in autunno e dura tutto l'anno seguente e interessa non solo la stampa mondiale avendo anche un'amplissima diffusione digitale. Il calendario termina in ottobre con il lancio dell'esposizione al Natural History Museum di Londra. In quel periodo si tiene anche la scintillante cerimonia di premiazione, in cui la comunità internazionale di fotografi naturalisti si ritrova per essere premiata e stimolata e per condividere passioni e storie. Per un professionista, la risonanza di un tale riconoscimento e la pubblicità risultante possono essere più preziose del premio in denaro. Per un giovane possono essere l'avvio di una carriera. Coltivare giovani talenti è un elemento vitale del concorso, che si esplica con l'offerta di workshop e programmi per stabilire un contatto con la natura tramite la fotografia e incoraggiando i giovani a raccontare storie del loro ambiente. L'esposizione acquista nuova vita nel corso della sua tournée mondiale, con oltre due milioni di visitatori in almeno trenta paesi. Più che una semplice esposizione, è una piattaforma per intavolare discussioni sui problemi ambientali e le minacce estreme che incombono sul pianeta. Per il Natural History Museum, titolare del concorso, usare la forza dell'immaginario per raggiungere un pubblico internazionale così vasto favorisce la sua missione di creare difensori del pianeta, perché un'immagine che tocca il cuore è uno strumento potentissimo.
Data pubblicazione
10/10/2023