Per due secoli il Regno di Napoli appartenne ai sovrani spagnoli in rapporto complesso di unione personale, ma anche di dipendenza politica dal centro della loro potenza - i Regni di Aragona e Castiglia - che è tra i più esemplari per la fisonomia politica e giuridica dell'Europa moderna. Fu l'epoca culminante nella vicenda politica e civile della Spagna moderna, l'epoca del siglo de oro e della successiva decadenza. I sovrani spagnoli regnavano allora sul primo impero a scala mondiale che la storia ricordi, con effetti che durarono profondi a distanza di secoli ovunque la Spagna fu presente. Napoli fu una periferia di quell'impero, ma con una personalità storica inconfondibile e fortemente significativa per le influenze che subí e per le reazioni con cui vi rispose, manifestando e sviluppando un'autonomia di svolgimenti del tutto lontana da quella dipendenza semicoloniale che secondo una lunga tradizione storiografica contrassegnò il rapporto tra la Spagna e i domini italiani dei suoi re. Anche per la periferia dell'impero si modifica così quella "leggenda nera" per cui la Spagna baluardo della "reazione cattolica", di un "assolutismo" oppressivo e totalitario responsabile di dominazioni distruttive di popoli e paesi, assunse la fisionomia di un autentico impero del male, di cui l'"Inquisizione" fu il simbolo piú eloquente. Dopo due secoli di polemiche protestanti e illuministiche, liberali e democratiche, massoniche e umanitarie, la Spagna ritorna in queste pagine nella sua complessità di "grande monarchia" che contribuí fortemente, nei suoi modi, alla nascita del mondo moderno. E tutti i grandi temi della storia moderna d'Europa ricorrono, infatti, in quei due secoli di storia del Mezzogiorno d'Italia.
Data pubblicazione
01/01/1994