Qualcuno si è chiesto perché, da mozzi e poi da marinai imbarcati, siano diventati palombari? Molte volte ho cercato di dare una risposta a questa domanda, e qui vorrei ripeterla. Quando verso i vent’anni venivano chiamati alla leva di mare, molti di loro chiedevano di essere inviati alla scuola palombari del Varignano. La scelta aveva la sua ragione d’essere. E non c’entra affatto l’idea che questi palombari pensassero a concretizzare delle eroiche imprese sottomarine con encomi solenni e ricompense al valore: era semplicemente, e più prosaicamente, soltanto una questione di stipendio. Infatti il palombaro, se lavorava, guadagnava molto di più di un marinaio imbarcato. Anche se, ovviamente, c’era il rovescio della medaglia: il rischio della vita era presente e tangibile ad ogni immersione.
Data pubblicazione
01/11/2014