Nel Mediterraneo la mari neri a del Regno delle Due Sicilie era una delle delle poche che poteva vantare un vasto assortimento di imbarcazioni «minori» costruite e impiegate in tutto lo Stato. Questa constatazione è scaturita dalle nostre ricerche sulla Marina borbonica svolte presso archivi, musei e collezionisti d'arte. In anni e anni di studi ci siamo accorti che frequentemente, nei documenti d'epoca, si parla di «polacche», «barche», «pinchi», «gozzi», «scorridore», ecc .. Anche nei quadri ritraenti soggetti marinari ci sono quasi sempre raffigurate imbarcazioni «minori», talvolta in secondo piano o ai bordi dell'immagine. Appurato che tali mezzi erano di vitale importanza nell'economia del Regno delle Due Sicilie, in quanto la loro costruzione ed il loro impiego producevano lavoro e, talvolta, ricchezza, abbiamo condotto una ricerca archivistica, bibliografica e iconografica mirata, dalla quale è scaturito questo lavoro. Per evitare di conferire all'elaborato l'aspetto di un trattato di architettura navale non ci siamo volutamente dilungati nella descrizione dei particolari costruttivi del naviglio. Abbiamo preferito, invece, ampliare la materia fornendo al Lettore anche una visione del costume di vita e di lavoro dell'epoca . Molte delle informazioni utili sono state reperite grazie anche alla collaborazione disinteressata di collezionisti privati, tra i quali l'ing. Mario Maresca, profondo cultore di cimeli e quadri inerenti la marineria napoletana, al quale va la nostra più viva gratitudine, un grazie anche alla sezione navimodelistica di Sorrento, nella persona del presidente, ing. Antonino D'Esposito. Ci auguriamo che questa nostra iniziativa rappresenti, anche nella sua modestia, un valido contributo per l'ampliamento delle cognizioni relative alla vita, alla cultura, e all'economia del Mezzogiorno d'Italia.
Data pubblicazione
01/01/1992