La Battaglia dei Convogli in Mediterraneo, durante la seconda guerra mondiale, non è certo una novità per la storiografia contemporanea. In occasione del Cinquantenario, che ricorreva nel maggio dell'anno scorso, le si è dedicato un Convegno a Napoli. In precedenza l'Ufficio Storico della Marina aveva pubblicato su questo tema una serie di volumi della collana "La Marina italiana nella seconda guerra mondiale" , e inoltre erano apparse numerose altre opere in Italia all’estero. È dunque logico chiedersi perché si pubblichi ora questo nuovo lavoro, che riguarda quegli stessi eventi, e sopratutto i traffici con la Libia e la Tunisia che rifornivano il principale fronte della guerra mediterranea, in Africa Settentrionale. In effetti non saranno qui ripetute le molte cose già descritte altrove. Di proposito vengono inseriti, come parte integrante del volume, gli Atti del Convegno di Napoli: una panoramica sintetica ma completa dei fatti, dei criteri organizzativi e tecnici, dell'ambiente politico e culturale italiano del tempo. Il saggio che costituisce la prima parte del volume è opera di Riccardo Nassigh, ottimo conoscitore della materia e noto autore di scritti di argomento storico-navale. In esso si vuole affrontare, più compiutamente di quanto sia stato fatto finora, alcuni temi di fondo che riteniamo decisivi per una reale comprensione dei fatti e per un giudizio maturo: cosa che, dopo tanti anni, ci sembra doverosa e non priva di insegnamenti validi ancora oggi. Quando si afferma che la guerra dei convogli fu la vera guerra della nostra Marina si dice un'evidente verità. Altrettanto quando si sostiene che quella guerra fu un successo della Marina, sia perché i traffici non vennero mai interrotti durante tutto il conflitto, sia per l'altissima percentuale degli uomini e dei materiali giunti a destinazione. D'altro canto non si può negare che vi furono alcuni periodi cruciali nei quali i rifornimenti al fronte vennero gravemente decurtati dall'offesa nemica, proprio in coincidenza con cicli operativi importanti sul fronte terrestre, e spesso con l'efficace intervento delle forze aeronavali di Malta. In breve: vi furono, all'interno del successo complessivo, delle sconfitte anche gravi. Quale fu la loro vera incidenza sull'andamento delle operazioni africane? E, prima ancora, perché l'intera guerra italiana si trovò a gravitare sui convogli? Quali ne furono le premesse politiche e militari? A queste domande cerchiamo di dare una risposta credibile, documentata e argomentata. Presentazione Amm.Div. Renato Sicurezza