Il titolo della raccolta è rassicurante: Canti popolari italiani non ha niente di ambizioso o di intellettualistico, non vuole parlare di filosofia o di altre discipline astratte; ci si aspetta qualcosa di corposo, concreto, magari spassoso e un po' "scollacciato", ci si immagina corse nei campi, bevute nelle osterie, odori e umori, colori e rumori di un tempo ormai scomparso, sebbene non così lontano dai nostri giorni. Tutto ciò è vero: gran parte delle promesse contenute nel titolo sono mantenute nelle pagine del volume. Ma - e c'è sempre un ma - all'interno c'è qualcosa di più rispetto alle aspettative. Non in tutti, ma in più canti di quanti si sospetterebbe, c'è della poesia, vera poesia, che può essere letta a vari livelli. E c'è sicuramente della vita, vita vissuta e non elucubrata, che può far riflettere lo studioso di storia e di costume, colpire il giovane di oggi, pressoché a digiuno di quanto accadeva nelle nostre regioni prima dell'avvento della televisione, affascinare l'anziano, evocandogli situazioni ed emozioni di un'epoca trascorsa, intessuta dagli orrori della guerra e dalla grazia della sua giovinezza.
Data pubblicazione
01/07/2008